Nonostante i contribuenti italiani mostrino ancora una certa resistenza a preoccuparsi del proprio futuro pensionistico privatamente, è ormai acclarato che il contesto storico ed economico in cui troviamo attualmente, rende urgente per tutti prendere in mano la propria situazione da questo punto di vista.
L’alternativa è molto rischiosa: trovarsi in una fase della vita già esposta a possibili fragilità di diverso tipo, senza entrate economiche sufficienti per il proprio sostentamento. Una scelta che può avere conseguenze negative non solo su di noi, ma anche sui nostri familiari a potremmo doverci trovare costretti a chiedere aiuto.
Questo perché il sistema pensionistico pubblico gestito dall’INPS si trova ormai storicamente sotto pressione e lo scenario è destinato a peggiorare per svariate ragioni strutturali come l’aumento dell’aspettativa di vita, il calo della natalità, l’aumento degli anni dedicati a scolarizzazione e formazione, l’incremento di contratti di lavoro discontinui e senza le tradizionali garanzie contributive.
Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo poi, che basa il calcolo delle somme che verranno erogate al futuro pensionato non sul livello delle sue ultime retribuzioni ma su quanto da lui effettivamente versato, abbassa la cifra su cui sarà possibile contare. Per questo è consigliabile controllare al più presto la propria situazione, tramite i servizi online INPS che consentono di fare proiezioni future personalizzate.
Un fondo pensione è uno strumento di investimento, su cui i lavoratori versano quote delle proprie retribuzioni per poi ricevere un reddito integrativo e/o un capitale, al momento della fine della loro vita lavorativa.
Esistono fondi di varie tipologie: aperti a tutti i lavoratori, chiusi (cioè riservati solo ad alcune categorie) o individuali, cioè creati ad hoc con un piano studiato per il singolo sottoscrittore. In quest’ultimo caso si parla di “PIP”, Piano Individuale Pensionistico.
Le quote versate vengono investite in modo da poter coprire i costi di gestione e poi garantire una plusvalenza finale al sottoscrittore. In base alla propensione al rischio di ognuno, verranno scelte composizioni diverse di investimento, a partire da porzioni diverse riservate al mercato azionario o obbligazionario.
Ogni lavoratore può valutare la soluzione migliore in base sia alle proprie condizioni economiche e ai calcoli sulla propria pensione pubblica, sia in base agli anni di attività lavorativa che ha ancora davanti a sé.
Le compagnie di assicurazione sono uno dei soggetti promotori dei fondi previdenziali, proprio perché il rischio relativo alla perdita sostanziale di entrate economiche alla fine della propria vita lavorativa è uno di quelli più trasversali e diffusi. Rivolgersi al proprio assicuratore di fiducia è uno dei modi migliori con cui affrontare questa scelta, valutandone tutti gli aspetti e i vantaggi.
Oltre ai vantaggi futuri dal punto di vista della garanzia di entrate integrative al momento della pensione, ci sono altri aspetti positivi nella scelta di iniziare a costruirsi da subito una assicurazione previdenziale aggiuntiva.
In particolare esistono benefici fiscali, maggiori rispetto a quelli di altri tipi di investimento: i versamenti al fondo pensione sono infatti interamente deducibili dalla base imponibile IRPEF.
Una deducibilità che si mantiene anche per i versamenti su fondi aperti per familiari a carico, per una quota del 50%. Aprire un fondo pensione per il proprio figlio, anche se ancora minorenne, è infatti un’ottima idea per investire sul suo futuro: anche la stessa anzianità del fondo – cioè il numero di anni della sua esistenza – garantirà al beneficiario ulteriori vantaggi, in un mondo lavorativo e previdenziale che potrebbe offrire tutele ancora inferiori rispetto a quelle odierne.
Inoltre, nel caso in cui i lavoratori dipendenti decidano di destinare il proprio TFR a un fondo pensionistico, il datore di lavoro sarà obbligato a versare un contributo aggiuntivo. Esistono ormai abbastanza dati (qui, ad esempio uno studio di Altroconsumo) per dimostrare che il vantaggio economico finale complessivo è maggiore, per chi decide di non lasciare il proprio trattamento di fine rapporto in azienda.
Esattamente come per le richieste anticipate di TFR al proprio datore di lavoro, esistono tutta una serie di casi in cui è concesso il ritiro parziale delle somme investite nel fondo, per fare fronte a necessità impreviste.
Ci sono leggi che regolano questi aspetti, sulla cui base poi ogni fondo può aggiungere altre caratteristiche specifiche sui tempi, l’ammontare, i costi. Tutte cose da verificare al momento della stipula del contratto.
Ad ogni modo in generale sono sempre ammessi prelievi anticipati in caso di spese mediche o per acquisto e ristrutturazione prima casa, sia che il titolare di esse sia il sottoscrittore, sia che si tratti di spese per i suoi familiari a carico. Il ritiro anticipato è anche previsto in causa di disoccupazione causata da licenziamento, invalidità, morte (ovviamente a beneficio degli eredi).
L’erogazione finale infine può avvenire in varie modalità e in percentuali variabili tra capitale e rendita a rate. Una formula mista, ad esempio, può servire anche a colmare il gap di anni che mancano al raggiungimento dell’età anagrafica legata all’erogazione della pensione di vecchiaia.
Per ogni domanda e per una spiegazione più approfondita e più mirata sulle tue esigenze specifiche, non esitare a contattarci! Troveremo insieme la soluzione migliore per garantirti un futuro sicuro e sereno.